Scuola della Leggerezza - Il Mandriolo

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Scuola della Leggerezza

Approfondamenti sul mondo cavallo
Scuola della Leggerezza
Il perché
Imparare a lavorare correttamente un cavallo in campo, sia da terra che da sella, permette di affrontare (e possibilmente risolvere) i tanti piccoli problemi che ogni binomio può trovare lungo il suo percorso dando modo al cavaliere di migliorare sé stesso e con lui il proprio cavallo, per un’equitazione più gratificante, armoniosa e sicura.

Il nostro percorso
Già avvicinandoci dal 2012 al metodo dello Straightness Training abbiamo avuto degli ottimi input per imparare a educare, addestrare e ginnasticare i nostri cavalli da terra con l’utilizzo del capezzone.
Abbiamo poi avuto occasione di continuare a maturare il nostro "percorso culturale equestre" incontrando Lorenzo Santarini, che ha introdotto a Il Mandriolo i principi della Scuola della Leggerezza di Philippe Karl.

Lorenzo Santarini su Fiamma
L'imboccatura
Con questo metodo si utilizza l’imboccatura per educare il cavallo a “dare la bocca” quando la mano lo richiede, con un’azione molto semplice e diretta sulle commessure labiali che induce l’apertura della bocca ed evoca in un secondo momento il movimento della lingua e della mandibola. Si tratta di un preciso movimento masticatorio (ed è importante verificare che il cavallo sappia dare la bocca in modo corretto) che, di riflesso, determina il rilassamento di molte tensioni che partono dalla mascella e si irradiano al collo e alla schiena. L’imboccatura, usata in modo appropriato, diventa così uno strumento fondamentale per ottenere la decontrazione del cavallo e predisporlo ad un lavoro più corretto e questo rappresenta uno dei presupposti fondamentali della Scuola della Leggerezza sui quali costruire tutto il resto.

Non confondere
Un altro caposaldo della scuola è, ad esempio, che la gamba non deve mai entrare in conflitto con la mano: “mani senza gambe, gambe senza mani”.
In realtà tutto il percorso di addestramento di questo metodo si basa sulla logica che ogni aiuto e azione che il cavaliere esegue deve poter essere facilmente compresa dal cavallo, motivo per cui gli aiuti tra loro non devono mai entrare in conflitto. Questo è lo scoglio più difficile per noi cavalieri umani, che troppo spesso abbiamo la tendenza a dare per scontato che il cavallo conosca i nostri obiettivi, che per lui sia ovvio sentirsi addosso una moltitudine di pressioni e che sia in grado di interpretare l’utilizzo contemporaneo di tanti aiuti diversi e contrastanti. Invece non è così ed è quindi compito del cavaliere spiegargli gli esercizi con l’uso razionale degli aiuti, per un’equitazione semplice (per il cavallo) e coerente.

Impulso
Fondamentale anche il concetto di “impulso” che è interpretato diversamente rispetto a quanto tradizionalmente si intende: l’impulso (e quindi ciò che vogliamo ottenere) è la capacità del cavallo di mantenere il ritmo di un’andatura senza variarlo di sua iniziativa. Ciò si concretizza con un cavaliere che utilizza le gambe per richiedere l’inizio di un’andatura e con un cavallo che si porta all’andatura richiesta ed è capace di mantenerla senza che le gambe debbano continuare a sostenerla.
“Piccoli” dettagli che fanno davvero la differenza!


La Leggerezza ..... va costruita!
La leggerezza è:
  • mentale: la leggerezza mentale si ottiene con un percorso addestrativo chiaro, preciso e coerente che permette al cavallo di capire le richieste e soprattutto quali sono le relative risposte che ci si aspetta da lui;
  • e fisica: la leggerezza “fisica” si costruisce piano piano con la ginnastica che si accompagna all’addestramento. Molte delle difficoltà che i cavalli presentano (problemi di equilibrio, tensioni e rigidità su vari livelli, asimmetrie ecc...) possono venire superati o almeno attenuati attraverso la decontrazione che come abbiamo visto prima comincia con il “dare la bocca”. La giusta progressione di esercizi insegna poi al cavallo a spostare i suoi pesi in modo più controllato, acquisire ed aumentare una corretta mobilità di collo, schiena, spalle e groppa e consente quindi di migliorare l’equilibrio e le prestazioni in generale.
    In sostanza, con un lavoro costante il cavallo guadagna in flessibilità ed elasticità, acquista la capacità di bilanciarsi meglio, di riequilibrarsi... e diventa davvero più “leggero” nelle varie andature.

Quindi, saper riconoscere i problemi del proprio cavallo (sia di tipo addestrativo che fisico) e aver chiari sia gli obiettivi che il percorso migliore da intraprendere per poterli raggiungere è fondamentale per tirar fuori il meglio dal binomio. Ovviamente per fare ciò è estremamente importante essere ben seguiti, specialmente se non si è già piuttosto esperti sull’argomento, ma anche di avere buon senso di osservazione, capacità di autocritica e mettersi d'impegno.
Chi può seguire questo metodo?

Nella Scuola della Leggerezza c'è posto per tutti: principianti e cavalieri autodidatti o che hanno imparato seguendo altre scuole (a patto che abbiano la mente aperta e accettino di mettersi in discussione), i cavalli possono essere giovani o non giovani, brillanti o pigri, collaborativi o ribelli; lavorando secondo questo metodo ognuno a modo suo ne trarrà del beneficio. Riguardo all'età, il bello dei cavalli è che non smettono mai di imparare, e quindi anche in età avanzata possono seguire proficuamente un addestramento, specialmente quando questo si basa su metodi chiari e si pone obiettivi che danno un reale beneficio sia al cavallo nel senso fisico che all'interazione cavaliere-cavallo.

Infatti abbiamo avuto l'opportunità di lavorare anche con cavalli anziani e/o considerati difficili seguendo i principi della Scuola della Leggerezza. Cavalli che apparentemente non sembravano fatti per lavorare in campo nel corso del tempo sono cambiati diventando molto più piacevoli da montare sia per la qualità delle andature che per la facilità di gestione. Così come cavalli anziani che sono sempre sembrati un po' "duri" o viceversa fin troppo "delicati di bocca", approcciati con il metodo della Scuola della Leggerezza hanno finalmente cambiato atteggiamento nei confronti della mano permettendo di migliorare la qualità del lavoro nonostante l'età.
Un intervista sul metodo che merita essere ascoltata fino in fondo
.... e l'equitazione di campagna cosa c'entra?

Poter lavorare in campo seguendo la Scuola della Leggerezza è una preziosa occasione per migliorare le proprie capacità di cavalcare e di comunicare con il cavallo, un arricchimento importante anche per andare fuori e godersi le belle passeggiate che abbiamo a disposizione nei nostri dintorni. L'equitazione di campagna richiede infatti una perfetta sintonia con il cavallo in ogni situazione, e - soprattutto durante i trekking di diverse ore o addirittura giorni - sia cavallo che cavaliere trarranno un impagabile beneficio della leggerezza acquisita nel campo scuola.


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